(04/02/15) La riunione dei Gruppi Merceologici (Formaggi, Burro, Polveri e Caseine) di Assocaseari a Bussolengo è stata l’occasione per analizzare la situazione di mercato sulla base della documentazione presentata all’ultimo “Product Commitees meeting” di Eucolait sulla situazione del mercato Europeo e mondiale. E’ stato poi aperto un dibattito tra i presenti, durante il quale sono emersi diversi spunti di riflessione.
La produzione di latte nel 2014 è stata superiore rispetto agli anni precedenti e in continuo aumento, ma ha iniziato leggermente a diminuire negli ultimi mesi del 2014 soprattutto a causa di una rallentamento delle consegne nei principali Stati Membri produttori. Attualmente, infatti, Germania, Belgio e Paesi Bassi, essendo sovra-quota, stanno destinando il latte in eccesso all’alimentazione dei vitelli anziché consegnarlo alle latterie. Di conseguenza, l’offerta continua a diminuire e i prezzi sono in ripresa.La produzione di latte non è aumentata soltanto nella UE (anche se in questa area l’aumento è stato considerevole), ma anche in altre aree tra cui gli Stati Uniti, la Nuova Zelanda e il Brasile. E’ diminuita, invece, in Canada, in Russia (che attualmente sta comperando bestiame dagli Stati Uniti in un’ottica di migliorare il suo autoapprovvigionamento), Giappone e Argentina. L’aumento della produzione lattiera nel 2014 è stato causato ai prezzi alti del latte e dalle condizioni metereologiche favorevoli in molte regioni del mondo.La maggiore disponibilità di materia prima e la conseguente crescita della produzione di derivati ha innescato un inevitabile declino dei prezzi dei lattiero caseari a livello globale, accelerato tra l’altro dall’embargo russo e dal calo delle importazioni cinesi.Il prezzo medio del latte ha registrato un picco a gennaio 2014, quando ha raggiunto i 0,40 €/l. In seguito è diminuito a velocità variabile in base allo Stato Membro, senza tuttavia raggiungere il prezzo delle altre commodity. A luglio 2014, i prezzi sono risultati inferiori di quasi il 5% rispetto al dato di gennaio 2014. Secondo alcuni analisti, il prezzo potrebbe scendere ulteriormente. Anche il latte spot ha seguito un andamento simile.
I prezzi dei formaggi duri DOP italiani sono diminuiti da inizio 2014 a ottobre, tuttavia attualmente si assiste a una fase di consolidamento. Il Parmigiano Reggiano a 12 mesi di stagionatura è sceso, nel terzo trimestre 2014, fino a raggiungere il minimo da un quinquennio e perdendo il 9% su base annua. In calo, seppure in maniera meno marcata, anche i prezzi del Grana Padano, prodotto che più di altri sta risentendo dell’embargo sulle importazioni di lattiero-caseari imposto dalla Russia. In generale, a ottobre il prezzo dei formaggi italiani ha registrato un calo era del 3,8% su base trimestrale. Il commercio mondiale lattiero-caseario nel 2014 è aumentato, ma non abbastanza da assorbire i quantitativi eccedenti di latte. Nonostante la pressione al ribasso dei prezzi che caratterizza la situazione attuale del mercato, per il settore lattiero caseario UE si prospetta un decennio favorevole grazie alla continua crescita della domanda mondiale conseguente all’incremento della popolazione e del PIL. Nel 2015 si prevede una diminuzione dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari e, quindi, un aumento dei consumi. Nel 2014, le importazioni di prodotti lattiero-caseari nella UE sono aumentate, ma i quantitativi sono molto inferiori a quelli esportati. Le esportazioni, infatti, hanno raggiunto un nuovo record, tranne nel caso del formaggio, diminuito per la prima volta dal 2008. Le esportazioni verso la Cina e la Russia sono state discontinue. L’importazione cinese nel secondo semestre 2014 è calata drasticamente a causa degli stock accumulatesi eccessivamente nei mesi antecedenti. Si prevede una diminuzione anche nel 2015 (-12% per il latte intero in polvere). Intanto, nel 2014 la produzione lattiera cinese è aumentata.La Nuova Zelanda ha esportato maggiori quantitativi di burro e di WMP, ma minori di formaggio e SMP. Dopo la forte espansione del 2014, la produzione di latte in Nuova Zelanda dovrebbe aumentare solo del 2% nel 2015, a fronte dei prezzi alla stalla in deciso calo e dei vincoli ambientali sempre più stringenti per gli allevatori.Nel primo semestre 2014 le esportazioni statunitensi erano forti, ma sono diventate meno competitive nella seconda metà dell’anno. Il dollaro attualmente si sta rafforzando mentre l’euro indebolendo. Ne consegue che i prezzi in euro dei prodotti lattiero-caseari risultano più competitivi di quelli in dollaro e ad oggi sono allineati con quelli neozelandesi (evento che non si presentava da tempo).Nel 2014, la produzione di formaggio nella UE è aumentata dell’1,1%. Anche negli Stati Uniti, secondi produttori mondiali, la produzione è rimasta piuttosto stabile; è aumentata invece in Brasile, Argentina e Russia. Nel 2014, i prezzi del formaggio sono costantemente diminuiti. Le esportazioni sono diminuite soprattutto nel secondo semestre in seguito all’embargo russo. Tuttavia, al momento il 40% delle perdite legate all’embargo sono state compensate, probabilmente destinando i prodotti verso il Medio Oriente. Gli Stati Uniti nel 2014 hanno importato dalla UE 106.503 Tons di formaggio, cioè il 4,1% in più rispetto allo stesso periodo 2013. I Paesi che hanno esportato maggiormente verso gli USA sono stati Italia, Francia, Olanda e Spagna.
I principali produttori mondiali di burro sono India, UE, USA, con quantitativi in costante aumento. Nello specifico, la produzione nella UE è aumentata del 2,6% rispetto al 2013 e si prevede che nel 2015 continui a crescere. Negli USA la produzione è diminuita del 2,5% mentre in Australia è aumentata del 3,6%. I prezzi del burro sono diminuiti drasticamente in seguito all’embargo russo, tuttavia sono rimasti più stabili rispetto a quelli del SMP. Da fine dicembre hanno ripreso ad aumentare leggermente. Lo stoccaggio privato non è stato particolarmente utilizzato in quanto gli aiuti fissati dalla UE sono considerati bassi e i produttori preferiscono non vincolare il burro per essere pronti a reagire con immediatezza al mercato, soprattutto in seguito all’indebolimento dell’euro. Inoltre, lo stoccaggio privato sembra non esser più considerato dagli operatori uno strumento interessante. Attualmente, ci sono in stock privato 26.753 Tons di burro. I Paesi che hanno usufruito maggiormente di tale regime sono Paesi Bassi (9.645 Tons), Irlanda (8.016 Tons), Belgio (2.978 Tons) e Francia (2.943 Tons). E’ molto importante però considerare che certi quantitativi posti negli ammassi privati non vengono dichiarati dagli operatori. Le esportazioni comunitarie sono aumentate più del previsto, soprattutto a causa della forte domanda internazionale.Nel 2014, la produzione di latte scremato in polvere (SMP) è aumentata significativamente (+24,5%) a causa della maggiore disponibilità di latte, dei prezzi bassi e della buona domanda. Anche la produzione di latte intero in polvere WMP è aumentata del 12,5%. I prezzi del latte scremato in polvere (sia destinato al consumo umano che al consumo animale), dopo essere diminuiti per l’intero 2014, si stanno stabilizzando. L’UE sta tornando ad essere competitiva, infatti le esportazioni di SMP non sono mai state così forti. Anche nel caso dell’SMP il regime dell’ammasso privato non è particolarmente utilizzato, infatti ad oggi sono state stoccate 17.970 Tons di prodotto. I Paesi che ne hanno maggiormente usufruito sono Germania (9.420 Tons), Spagna (3.359 Tons) e Lituania (2.841 Tons). Le esportazioni comunitarie di SMP sono aumentate del 58%; i principali sbocchi di tale mercato sono il Nord Africa e l’Asia. Anche l’esportazione comunitaria di WMP è aumentata ma in modo meno significativo (+4% rispetto allo stesso periodo del 2013). Le opportunità stanno diminuendo, quindi l’export potrebbe subire un rallentamento. Dato che l’euro al momento è debole, i prezzi del WMP diventano concorrenziali anche se il mercato è ancora dominato dalla Nuova Zelanda.I prezzi del siero nella UE sono diminuiti per la prima volta dal 2008. Attualmente nei principali mercati UE il prezzo è di circa 750 €/Tons ma a giungo 2014 aveva toccato i 900 €/Tons.Nel 2014, il mercato delle caseine ha subito in genere un incremento delle transazioni a causa anche di un aumento delle produzioni. Si prevede che nel 2015 subisca un leggero rallentamento. I principali esportatori di caseine e caseinati sono Nuova Zelanda e UE con quantitativi leggermente in aumento. L’andamento dei prezzi mondiali delle caseine è stato in costante aumento dal gennaio 2013 fino al gennaio 2014, poi hanno iniziato leggermente a calare fino ad un crollo a settembre 2014.