Taleggio Dop, nel 2020 cala la produzione, anche se in misura minore del temuto
(20/04/21) Dopo l’Assemblea annuale dei consorziati, che si è svolta la scorsa settimana, il Taleggio Dop ha reso noti i risultati relativi al 2020. Nell’anno del Covid-19 cala produzione, anche se in misura minora di quanto temuto a inizio pandemia. La produzione si è assestata intorno alle 8.368 tonnellate, pari a circa 4.200.000 forme di formaggio, per un giro d’affari di oltre 46.865.000 euro e un fatturato di circa 94.820.000 euro.
Il Taleggio continua a piacere anche all’estero: un totale di circa 1.980 tonnellate sono state servite sulle tavole fuori dall’Italia. Il volume delle esportazioni nel 2020 è stato di circa il 24% della produzione, di cui 65% presso mercati Ue e 35% extra Ue. Buoni i numeri del canale Gdo che valgono il 47% della produzione. A incidere sulla flessione, invece, la quasi totale paralisi del canale Horeca.
[Da www.alimentando.info]
GRANA PADANO: NEL PRIMO TRIMESTRE 2021 LA PRODUZIONE SI MANTIENE SOTTO IL 2%. A MARZO Il GRATTUGIATO CRESCE QUASI A DOPPIA CIFRA
(14/04/21) A marzo 2021 la produzione di Grana Padano Dop è cresciuta dell’1,53% rispetto allo stesso mese del 2020. Il primo trimestre di quest’anno si è chiuso con a 1.506.203 forme, in progresso dello 0,67% rispetto al primo trimestre dell’anno precedente. E’ quanto ha segnalato il direttore generale del Consorzio di tutela, Stefano Berni, commentando positivamente i dati del trimestre: «Un buon segnale perché la tendenza produttiva si è mantenuta sotto il 2%».
Entrando nel dettaglio dei primi due mesi del 2021 a gennaio la produzione aveva registrato un incremento del 2,16% rispetto allo stesso mese del 2020. Febbraio si era chiuso invece con una flessione dell’1,78% rispetto a febbraio 2020 (anno bisestile, quindi con un giorno in più di produzione e consumi).
Il Grana Padano grattugiato e senza crosta è andato forte a marzo 2021. Sono state grattugiate 130.036 forme, il 6,7% in più rispetto allo stesso mese del 2020. Un vero e proprio boom si è osservato negli sfridi (provenienti dal taglio e confezionamento della Dop) impiegati per il grattugiato, rimbalzati addirittura del 18,5%, per un corrispettivo di 24.466 forme totali.
«Complessivamente, nel mese di marzo, – ha sottolineato il direttore generale del Consorzio di tutela, Stefano Berni – il grattugiato è avanzato del 8,34% confermandosi come uno dei segmenti più performanti».
A livello di trimestre gennaio-marzo 2021 il bilancio è tuttavia negativo: il segmento del grattugiato, come ha fatto notare sempre il direttore generale, ha lasciato sul terreno il 3,5%, a causa della frenata mostrata a gennaio (che ha segnato un’inversione di tendenza rispetto alle ottime performance di dicembre 2020). Sul trimestre ha pesato per oltre l’1% il giorno in meno del mese di febbraio (rispetto a un 2020 bisestile).
[Da www.granapadano.it]
FEBBRAIO 2021: “USCITE” DI GRANA PADANO DOP IN RIPRESA
(09/04/21) Andamento a strappo per le “uscite” di Grana Padano Dop. Il primo mese dell’anno è stato contrassegnato da un significativo rallentamento, ma il trend si è invertito a febbraio 2021 chiuso con un progresso delle vendite del 2,28%.
I dati negativi di gennaio, come ha fatto notare il direttore generale del Consorzio di tutela, Stefano Berni, arrivano dopo un dicembre 2020 che si era distinto per i maxi-approvvigionamenti da parte della Gdo e un conseguente incremento del 3,7% delle vendite di Grana Padano Dop. Sul calo di vendite del primo mese dell’anno ha pesato anche l’attesa di prezzi all’ingrosso più convenienti rispetto a quelli praticati a novembre e dicembre.
Per quanto riguarda le vendite retail di Grana Padano, le rilevazioni Iri indicano un trend al rialzo gennaio è (+2,9%) e un andamento negativo a febbraio (-3,2%). A febbraio sono calati del 8,7% anche i consumi di Parmigiano Reggiano, ma sono rimbalzati addirittura del 14,5% quelli dei similari. Per il Grana Padano Dop i primi due mesi dell’anno si chiudono con una sostanziale tenuta delle vendite.
[Da www.granapadano.it]
EXPORT 2020: IL GRANA PADANO DOP CRESCE DEL 3,43%
(09/04/21) Un nuovo traguardo raggiunto dal formaggio Dop più consumato al mondo: con 2.112.870 forme di Grana Padano spedite all’estero il 2020 si è chiuso con un progresso del 3,43%. «Un risultato che in un’annata come questa, di restrizioni legate alla pandemia da Covid-19 – ha sottolineato il direttore generale del Consorzio di tutela del Grana Padano, Stefano Berni – acquista ancora più valore come ulteriore riconoscimento dell’eccellenza della nostra Dop nel mondo, grazie anche agli investimenti promo-pubblicitari, oltre 14 milioni di euro solo per l’estero, sostenuti nel 2020 con le risorse scaturite dal Piano Produttivo».
Dicembre 2020 verrà ricordato come un mese record per l’export. Il Grana Padano Dop ha infatti messo a segno un aumento vicino al 15%, a conferma del ruolo trainante dell’export nella crescita dei consumi. «Si tratta di un incremento– ha precisato tuttavia il direttore generale – legato anche a correzioni di rilevazioni doganali dei mesi precedenti». Andamento positivo anche a novembre 2020 per le esportazioni di Grana Padano: nel penultimo mese dell’anno l’aumento è stato del 5,31%, addirittura superiore al buon risultato osservato anche a ottobre.
Sono cresciute del 7,1% le esportazioni in Germania che ha acquistato circa 567mila forme e rappresen-ta da sempre la prima destinazione del Grana Padano Dop all’estero. Brillante anche l’andamento in Francia (4,7%), secondo mercato export con oltre 242mila forme. Sono calate invece del 9% circa le ven-dite negli Usa che si collocano al terzo posto. Segue il Regno Unito con vendite a quota 146mila forme e quasi il 10% di aumento. Con quasi 134mila forme la Svizzera si è posizionata al quinto posto con un incremento che ha sfiorato l’8%. Al sesto posto la Spagna con un calo vicino al 6% e quasi 112mila forme. Boom di vendite in Canada che ha guadagnato quasi il 25% raggiungendo le 63mila forme.
[Da www.granapadano.it]
Mozzarella di bufala campana Dop: obiettivo export. La Cina nel mirino
(08/04/21) “Occorre, come già anticipato, intervenire per permettere ai produttori di essere competitivi sui mercati internazionali. È indispensabile conoscere le abitudini dei consumatori e cercare di raggiungerle”. Ad affermarlo è Pier Maria Saccani, direttore del Consorzio tutela Mozzarella di bufala campana Dop, in un’intervista a Clal, parlando di della filiera “che ha mostrato grande resilienza” e che è sempre più innovativa.
“La logistica è un forte limite per la Mozzarella di bufala campana Dop. Ciononostante, negli ultimi anni i mercati esteri hanno premiato il nostro prodotto. Dobbiamo muoverci in maniera unitaria come filiera per cercare di favorire sempre di più l’export”. Il direttore del Consorzio spiega che Francia, Germania e Regno Unito sono i maggiori estimatori della Dop campana in Europa.
Mentre il Giappone è il maggiore partner asiatico del Consorzio per l’export della Mozzarella di bufala campana. Ed è un mercato sempre in crescita. “La sfida è penetrare sempre più in Paesi strategici, come ad esempio la Cina, approfittando del via libera all’accordo con l’Ue che tutela alcune eccellenze, tra cui la Mozzarella di bufala campana Dop, e superando gli ostacoli che si stanno frapponendo in questa fase iniziale”, spiega Saccani.
[Da www.alimentando.info]
Parmigiano Reggiano: nonostante la pandemia le aziende del Consorzio chiudono il 2020 con un bilancio positivo
(25/02/21) Il 2020 è stato un anno record per la produzione della DOP Parmigiano Reggiano che cresce complessivamente dell’4,9% rispetto all’anno precedente.
I 3,94 milioni di forme (circa 160 mila tonnellate) prodotte nel 2020 rappresentano il livello più elevato nella storia del Parmigiano Reggiano. Un giro d’affari al consumo pari a 2,35 miliardi di euro per la denominazione di origine protetta che si proietta sempre più verso l’estero: una valvola di sfogo per una produzione in continua espansione che ha bisogno di nuovi spazi di mercato. Negli ultimi quattro anni, la produzione è infatti aumentata da 3,47 milioni di forme a 3,94 milioni di forme, registrando una crescita pari al 13,5%.
Il Parmigiano Reggiano ha vissuto un 2020 positivo anche per quanto riguarda le quotazioni. Se nel primo semestre, il prezzo del 12 mesi (prezzo medio alla produzione Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore, fonte: bollettini Borsa Comprensoriale Parma) era 7,55 euro al chilo, alla fine dell’anno ha superato i 10 euro al chilo. La quotazione media annua (8,56 euro al chilo) è stata inferiore a quella del 2019, ma con un sostanziale incremento nella seconda parte dell’anno che ha permesso di recuperare marginalità.
Il mercato del Parmigiano Reggiano è un mercato che sta diventando sempre più internazionale.
L’Italia – che rappresenta il 56% del mercato – ha registrato un incremento dei volumi di vendita pari al 7,9%. La GDA è sempre il primo canale distributivo (61%), seguito da normal trade (13%), vendite dirette (12%), e industria (4%). Il canale horeca rappresenta invece solo un 2% – presenta pertanto ampi margini di miglioramento – e ha subito un drastico calo dovuto alla chiusura dei ristoranti nel periodo della pandemia. Il restante 7% è distribuito negli altri canali di vendita.
La quota export è pari al 44% (+10,7% di crescita a volume rispetto all’anno precedente). Gli Stati Uniti sono il primo mercato (20% dell’export totale), seguito da Francia (19%), Germania (18%), Regno Unito (13%) e Canada (5%). Nei mercati più importanti, le performance migliori sono state registrate nel Re-gno Unito (+21,8%), in Germania (+14,8%) e in Francia (+4,2%). Crescono anche gli Stati Uniti (+1,9%) e il Canada (+36,8%), così come i nuovi mercati: Australia (+85,4%), Area del Golfo (+62,3%) e Cina (+8%).
“Nonostante le difficoltà legate alla pandemia, il Parmigiano Reggiano ha chiuso il 2020 con un risultato positivo che premia la reputazione, la qualità del prodotto DOP di maggior valore nel mondo. La scelta dei consumatori in tutti i mercati, costretti a rinunciare ai pasti fuori casa per molti mesi, ha indicato la loro preferenza in maniera netta. Ci prepariamo ad affrontare un 2021 difficile: la marca Parmigiano Reggiano può diventare un vero brand globale e stiamo lavorando in questa prospettiva” commenta Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano.
[Da www.parmigianoreggiano.it]
BERNI, RETAIL ITALIA: «NEL 2020 IL GRANA PADANO DOP E’ CRESCIUTO DEL 6,4%»
(02/02/21) Dicembre 2020 si chiude positivamente per le vendite al dettaglio di Grana Padano Dop in Italia: il progresso, rispetto all’ultimo mese del 2019, è del 3,6%. Il Parmigiano Reggiano è aumentato dell’1,5% mentre i similari, la categoria più penalizzata dalla pandemia per le perdite dell’Ho.re.ca., hanno mostrato un recupero del 6,2%.
Lo ha segnalato il direttore generale del Consorzio di tutela, Stefano Berni, fornendo anche il bilancio dell’intera annata 2020: «Per quanto riguarda il canale retail in Italia l’intero 2020 chiude con un dato in crescita del 6,4% per le vendite di Grana Padano, del 14,7% per il Parmigiano Reggiano e del 3,1% per i similari». Il Grana Padano è andato a gonfie vele nei discount, dove ha messo a segno un tasso di crescita a doppia cifra (+11,6%) e nei super (+9,3%), mentre ha sofferto negli iper (-6,2% ) e anche nel libero servizio (-1,4%).
Il prezzo medio di vendita al kg è stato di 12,35 euro per il Grana Padano, di 17,17 euro per il Parmigiano Reggiano e di 10,73 euro per i similari.
«Le esportazioni di ottobre 2020 – ha aggiunto il direttore generale – hanno visto il Grana Padano avanzare del 4,65% grazie al buon andamento delle vendite in Germania, aumentate del 7,45%. Da gennaio ad ottobre, nonostante l’intermezzo di chiusura per la pandemia, le spedizioni all’estero sono avanzate del 2,18%».
Entrando nel dettaglio dei primi dieci mesi del 2020 la Germania, prima piazza del Grana Padano nel mondo, ha incrementato gli acquisti del 6,73% salendo a 440mila forme, la Svizzera del 7,69%, il Belgio del 6,92%, l’Austria del 4,94%, il Regno unito del 4,51%, e la Francia, secondo mercato di sbocco con 194mila forme, del 4,13%. Sono volate le esportazioni in Canada, aumentate del 39,21%. Gli Usa rappresentano il terzo mercato per il Grana Padano con 146mila forme spedite da gennaio a ottobre 2020.
«In attesa dei dati export sugli ultimi due mesi si prevede – ha commentato Berni – che i consumi globali di Grana Padano Dop possano incrementarsi di oltre il 4% superando il record storico dei 5 milioni di forme consumate. L’andamento positivo dei consumi, assieme a una crescita produttiva di poco superiore al 2% (in peso), ha anche favorito una ripresa dei prezzi negli ultimi mesi. Significa che il Piano Produttivo ha ancora una volta raggiunto il suo obiettivo, spingere verso incrementi produttivi costanti ma equilibrati sulla base della domanda di mercato».
[Da www.granapadano.it]
Nel 2020 cresce il Gorgonzola Dop: prodotti oltre 5 milioni di forme
(02/02/21) Crescono la produzione e l’export di Gorgonzola Dop nel 2020. Rispetto all’anno precedente, i caseifici consorziati hanno prodotto 5.100.423 forme, con un aumento del +1,49% rispetto al 2019. Di queste, 1 milione 603mila forme sono state destinate ai mercati esteri: +2,58% rispetto all’anno precedente (dato aggiornato al 31 ottobre 2020). Mentre l’11,3% del totale è destinato alla produzione di Gorgonzola piccante. Oltre due terzi della produzione sono concentrati in Piemonte.
La restante parte nelle Province Lombarde. L’Unione europea si conferma il principale mercato del Gorgonzola Dop fuori dei confini nazionali avendo assorbito oltre l’85% della quota destinata all’export, con la Germania primo paese importatore (486.446 forme al 31-10-2020) seguita dalla Francia (341.454 forme), dalla Spagna (95.948) e dai Paesi Bassi (84.740). Le esportazioni verso il Regno Unito (53.894 forme) fanno registrare un inedito calo del 21,26% in larga parte imputabile alle politiche adottate dal Paese in occasione della Brexit. Primo paese extra Ue si conferma il Giappone, seguito da Australia e Stati Uniti.
[Da www.alimentando.info]
Consorzio Tutela Formaggio Asiago: nel 2020 crescita responsabile
(03/02/21) E’ una crescita responsabile quella che il Consorzio Tutela Formaggio Asiago dichiara per l’anno 2020. La produzione complessiva di Asiago DOP, nei dodici mesi del 2020, ha risposto in maniera proattiva alle nuove esigenze e agli effetti della pandemia con un aumento complessivo dell’11%, premiato da un incremento dei consumi del +2,2% a volume e +3,4% a valore.
Il 2020 è stato un anno di grandi sfide per il comparto agroalimentare italiano, in cui si è assistito ad una sostanziale redistribuzione dei canali di consumo, a partire dall’arretramento della spesa per il fuori casa del -48% e dall’incremento del +7% dell’acquisto domestico. Allo stesso tempo, sono aumentate del 160% le vendite legate al delivery e del 39%, rispetto al 2019, quelle delle piattaforme di e-commerce. In questo scenario, il formaggio Asiago DOP ha offerto al mercato italiano una garanzia di presenza sulla quale il consumatore ha potuto contare. Grazie agli sforzi messi in campo da tutti i soci, il Consorzio Tutela Formaggio Asiago ha portato la produzione a 1.427.456 forme di Asiago DOP Fresco (+6% rispetto al 2019) e 306.241 forme di Asiago DOP Stagionato (+42% rispetto al 2019) così da essere ancor più vicino nei punti vendita del retail, nelle piattaforme online e negli esercizi specializzati.
Per i consumatori, Asiago DOP ha rappresentato la scelta sicura di un prodotto garantito, di altissima qualità che, con la sua origine certa, ha accompagnato le nuove modalità di consumo, l’aumento dei pasti in casa e la ricerca di prodotti naturali e genuini. Una scelta premiata dalla fiducia di quasi dieci milioni di famiglie, con un positivo sviluppo degli acquirenti del +2,2% rispetto al 2019 (dati GFK), una crescita delle vendite del +3,3% per l’Asiago DOP Fresco e del +25,5% per l’Asiago DOP Stagionato. Proprio la valorizzazione delle più lunghe stagionature, sempre più apprezzate dai consumatori nelle tipologie Asiago DOP Stagionato Mezzano (stagionatura 4-10 mesi), Vecchio (da 10 a 15 mesi) e Stravecchio (oltre i 15 mesi), è uno dei punti distintivi del nuovo disciplinare di produzione, che eleva la qualità del prodotto con requisiti sempre più stringenti.
“Abbiamo affrontato un 2020 difficile e ci siamo impegnati per rispondere con trasparenza e responsabilità alle aspettative dei consumatori. – afferma Fiorenzo Rigoni, Presidente del Consorzio Tutela Formaggio Asiago – Nel 2021, anche grazie alle novità introdotte nel disciplinare di produzione, lavoreremo per cogliere le nuove prospettive di mercato valorizzando e tutelando gli aspetti distintivi della specialità veneta-trentina”.
[Da www.asiagocheese.it]